venerdì 31 gennaio 2014

Breastfeeding Café

30 Ottobre 2013

L'altro giorno sono andata al gruppo 'mamme che allattano'. 'Gruppo' se così si può chiamare visto che di mamma c'ero solo io. Dentro era desertico e c'erano le balle di fieno che giravano come nel Far West, l'unica differenza è che erano formate dai giocattoli inutilizzati.
Accoglienza stile regina Elisabetta: finalmente è arrivato qualcuno!
"Oh my God, vuoi una tazza di tè?"
"Oh my God, sì!"
E mi hanno offerto il tè più bollente del creato, che naturalmente mi sono versata su una gamba. "Gbgnzzzttcriiimbangaaaar!", più varie imprecazioni in italiano. Facciamoci subito riconoscere. Finalmente viene una alle riunioni e non è neppure normale. Ma tralasciamo.

Loro sono in due: la mamma che gestisce il tutto e l'health visitor. La prima è una punk. Un donnone coi capelli rosa raccolti in treccine, le calze con i teschi, 6.000 metri di immancabile fascia etnica dalla quale tira insospettabilmente fuori un bambino di un anno e mezzo, come un prestigiatore farebbe comparire colombe e conigli. "Yeaaah, lui piangeva tuuutto il giorno!", dice rivelandolo. Ho fatto un salto, non me l'aspettavo.
L'health visitor, invece, è l'opposto. Biondina, minutina, zuccherina, perfettina, tutta 'ina' insomma. Super efficiente, con il suo questionario sulle abitudini di Bambino e la biro in mano, mi sembra la 'Maestrina dalla penna rossa' del libro Cuore. Si vede che non vede l'ora di rendersi utile, è la quintessenza dell'entusiasmo.
Mi pone le domande con una vocina flebile flebile, tenue come l'azzurro dei suoi occhi. Avete presente Romina Power quando cantava che sembrava muovesse la bocca e basta? Ecco.
"Sorry, what?!", lei parla più lentamente pensando che io non capisca bene l'inglese.
"No, guarda, è che proprio non ti sento!", vorrei dirle mentre mentalmente la battezzo 'Barbie'. Ma opto per sbirciare il foglio e leggermi le domande da sola.
Mi propone anche un altro corso di esperienze sensoriali per i bebè, in cui la stanza è arredata con divanetti comodi, c'è musica lounge e luci stroboscopiche colorate.
"Praticamente un trip", faccio io, e quella ride per mezz'ora. Ora, io mi ritengo anche simpatica, ma non è che questa sia proprio la mia battuta migliore.
Mentre si rotola ancora per terra mi chiede: "Cosa ne sai tu dei trip?"
"Eh, sapessi quante ne facevamo io e Skipper alle tue spalle."



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