30 Ottobre 2013
L'altro giorno sono andata al gruppo 'mamme che allattano'. 'Gruppo' se così si può chiamare visto che di mamma c'ero solo io. Dentro era desertico e c'erano le balle di fieno che giravano come nel Far West, l'unica differenza è che erano formate dai giocattoli inutilizzati.
Accoglienza stile regina Elisabetta: finalmente è arrivato qualcuno!
"Oh my God, vuoi una tazza di tè?"
"Oh my God, sì!"
E mi hanno offerto il tè più bollente del creato, che naturalmente mi sono versata su una gamba. "Gbgnzzzttcriiimbangaaaar!
Loro sono in due: la mamma che gestisce il tutto e l'health visitor. La prima è una punk. Un donnone coi capelli rosa raccolti in treccine, le calze con i teschi, 6.000 metri di immancabile fascia etnica dalla quale tira insospettabilmente fuori un bambino di un anno e mezzo, come un prestigiatore farebbe comparire colombe e conigli. "Yeaaah, lui piangeva tuuutto il giorno!", dice rivelandolo. Ho fatto un salto, non me l'aspettavo.
L'health visitor, invece, è l'opposto. Biondina, minutina, zuccherina, perfettina, tutta 'ina' insomma. Super efficiente, con il suo questionario sulle abitudini di Bambino e la biro in mano, mi sembra la 'Maestrina dalla penna rossa' del libro Cuore. Si vede che non vede l'ora di rendersi utile, è la quintessenza dell'entusiasmo.
Mi pone le domande con una vocina flebile flebile, tenue come l'azzurro dei suoi occhi. Avete presente Romina Power quando cantava che sembrava muovesse la bocca e basta? Ecco.
"Sorry, what?!", lei parla più lentamente pensando che io non capisca bene l'inglese.
"No, guarda, è che proprio non ti sento!", vorrei dirle mentre mentalmente la battezzo 'Barbie'. Ma opto per sbirciare il foglio e leggermi le domande da sola.
Mi propone anche un altro corso di esperienze sensoriali per i bebè, in cui la stanza è arredata con divanetti comodi, c'è musica lounge e luci stroboscopiche colorate.
"Praticamente un trip", faccio io, e quella ride per mezz'ora. Ora, io mi ritengo anche simpatica, ma non è che questa sia proprio la mia battuta migliore.
Mentre si rotola ancora per terra mi chiede: "Cosa ne sai tu dei trip?"
"Eh, sapessi quante ne facevamo io e Skipper alle tue spalle."
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